Ambasadorul României este destinatarul unei scrisori dschise redactate de o româncă din Ginosa, localitate din provincia Taranto unde recent au fost eliberați din sclavie 35 de lucrători români. Paula Maria Luca îi cere ambasadorului de la Roma, George Bologan, să dea un semn de solidaritate cu acești lucrători.
Românii munceau până la 17 ore pe zi, erau plătiți cu 100 de euro pe lună și erau și bătuți. Au fost eliberați de Poliţia italiană joi, 5 octombrie, de la o fermă din Ginosa, în apropiere de Taranto. Proprietarul fermei, un italian de 43 de ani, şi intermediarul român, un interlop 25 de ani, au fost arestaţi. Lucrătorii erau înghesuiţi într-o fostă magazie cu pereţii plini de mucegai, 35 de persoane, bărbaţi şi femei, împărţind 20 de de metri pătraţi ți o singură baie, fără WC şi cu un singur duş, doar cu apă rece. Puteau să facă un singur duş (cu apă rece) de 5 minute pe zi, iar nevoile fiziologice trebuiau să şi le facă pe câmp. Cei care protestau erau bătuţi cu sălbăticie.
Iată scrisoarea adresată ambasadorului, care nu a avut nicio reacție publică la acest caz:
Lettera aperta alla S.E. ambasciatore di Romania nella Repubblica italiana
Egregio ambasciatore George Bologan,
mi chiamo Paula. Sono una donna dell’Est. Ero straniera.
Si respira un aria cattiva a Ginosa, non soltanto per la notizia dei 4 braccianti affetti dalla malaria ai quali auguro buona guarigione.
Il 4 Ottobre, un operazione anti caporalato intrapresa dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Taranto, della Compagna di Castellaneta e della Stazione di Marina di Ginosa svela le condizioni disumane, violenze e lavoro in nero che segnano, da 11 anni, il destino dei cittadini comunitari in Italia.
Alberghi a 5 stelle secondo chi, conoscendo bene la realtà della Romania, sfrutta la povertà estrema e la totale ignoranza sui diritti fondamentali e sulle norme di ingresso e soggiorno nei paesi dell’UE.
Immagini come quelle dei comuni di Glina e Popesti – Leordeni dove la montagna di immondizia, alta oltre 50 metri, avvelena le popolazioni autoctone al cui grido di disperazione non è stato mai ascoltato.
Villaggi abbandonati, bambini che vivono nelle stalle, ammutoliti dalla fame, dalle violenze quotidiane, morsi dai topi, tremolanti nelle scuole prive di riscaldamento. Immagini come quelle del Lager di Cighid.
Povertà estrema che ha creato l’ondata di emigrazione di massa costringendo oltre 7 milioni di cittadini rumeni ad abbandonare le proprie umili case.
Secondo il Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Philip Alston questa realtà viene negata dalla classe politica rumena.
“Voi ci parlate dai libri! Quali diritti? Ci accontentiamo di tutto, qui è persino meglio che in Romania”, sono le parole che ho sentito spesso negli ultimi anni, tentando di condividere le informazioni che al mio turno avevo acquisito collaborando con vari sindacati, scuole ed associazioni.
Non mi sono mai arresa di dimostrare ai nostri connazionali che dai libri si sentivano le loro voci. Ho insistito che il volume “Ghetto Italia” di Leonardo Palmisano e Yvan Sagnet fosse presentato e tradotto in lingua rumena. E per questo che, insieme a Leonardo Palmisano, abbiamo mangiato le arance, nel Teatro Alcanices di Ginosa, chiedendoci chi fossimo noi ad accettare tante ingiustizie, spremendo la nostra coscienza consapevoli di quanto fosse preziosa quella goccia di verità.
A giugno 2017 , Profesor Palmisano è tornato a Ginosa per accompagnarci nel mondo della “Mafia caporale”, fra le testimonianze raccolte non mancano quelle dei lavoratori rumeni.
A febbraio, grazie al sostegno della “ Gazeta romaneasca” , il giornale della Diaspora rumena, i miei appelli furono accolti dalla Vostra Eccellenza e dal Governo rumeno che accettò di incontrare la Segretaria generale della Flai di Taranto, Assunta Urselli ed i lavoratori picchiati ed abbandonati per aver rivendicato i loro diritti.
Hanno espresso la loro solidarietà il Consigliere della Regione Puglia, Cosimo Borraccino di Sinistra Italiana, gli onorevoli Celeste Costantino e Nicola Fratoianni, nonchè segretario di SI. Il 10 Marzo 2017 fu presentata, a loro firma, un’interrogazione parlamentare a risposta scritta, rivolta ai ministri Martina, Poletti e Padoan per sapere se fossero a conoscenza dei fatti.
“Due paesi un’unica tutela”, era il tema dell’incontro avvenuto a luglio in Ginosa, tra i rappresentanti della Flai Cgil, il Sindacato Agrostar della Romania, rappresentanti del corpo diplomatico rumeno, il Sindaco Vito Parisi , il Consigliere di Sinistra Italiana Cosimo Borraccino e noi, i cittadini comunitari e neo cittadini italiani di origine rumena.
Abbiamo il dovere di continuare ad essere portavoce dei nostri fratelli e sorelle rumeni ed italiani, di risvegliare la coscienza dei nostri Governi che sembra abbiano dimenticato che in mezzo ai tanti interessi economici, ci siano vite umane.
Le chiedo, Vostra Eccellenza, di esprimere la Sua solidarietà ai 35 braccianti rumeni di Ginosa, e di valutare la possibilità, da parte dell’ambasciata rumena in Italia, di costituirsi parte civile in un eventuale processo.
Cordiali saluti,
Paula Maria Luca
Ginosa 5 Ottobre 2017
Sclavie, Italia printre țările cu riscul cel mai mare. Peste 100.000 de exploatați în agricultură